La recente siccità che ha colpito il Kenya ha spinto milioni
di persone a patire la fame, aggravando le
condizioni di vita e costringendoli alla riduzione dei pasti giornaliero oppure a spostarsi verso la
città sostenendo spese ingenti per poter acquistare cibi più economici ma di
scarso valore nutritivo. La fascia più colpita è quella dei bambini al di sotto
dei cinque anni, la più estesa di tutta la popolazione keniota (8,2% le
femmine, 8,3% i maschi) ma anche quella più esposta agli effetti della fame e
ad altre malattie: secondo le stime di Save The Children almeno due milioni sono
malnutriti. Già in Kenya vivono oltre 41.609.700 di abitanti
ma solo una piccola parte della popolazionepuò godere del benessere (appena il
2%), mentre oltre il 50% vive in condizioni di povertà più assoluta e soffre la
fame, si stima che in un anno siano morti 473 bambini. Nonostante ciò la
popolazione è destinata ad aumentare.
La recente siccità che ha colpito queste terre ha
causato un drastico calo dei
pascoli e di acqua per il bestiame, il raccolto di mais è sceso di almeno un
terzo rispetto alla media degli anni precedenti, costringendo la maggior
parte della popolazione locale ad abbandonare queste terre perché si sono
inaridite e ormai non sono più adeguate per la produzione alimentare.
Per far fronte all’emergenza,
nel 2011 il
governo del Kenya ha autorizzato l’importazione e la coltivazione di prodotti
OGM, diventando così ilquarto Paese africano ad aprire le porte ai prodotti transgenici dopo il
Sud Africa, l’Egitto e il Burkina Faso per poter risolvere la crisi alimentare
che colpisce milioni di persone nel corno d’Africa. Tale scelta è stata criticata dalle organizzazioni
ambientaliste, da alcuni parlamentari e soprattutto dai produttori agricoli
locali perché un eventuale introduzione di sementi geneticamente modificati può contaminare i prodotti locali e
non poter raggiungere la sicurezza alimentare auspicata e non potrebbero più
conservare i propri semi per la stagione successiva, impedendo così ai
produttori locali di scambiarli con gli altri produttori, una pratica tipica
dell’agricoltura locale. Le piante OGM possono resistere ad alcuni pesticidi o essere
immuni dai parassiti e possono migliorare le caratteristiche del suolo
sfruttato rendendo le colture più forti, ma al momento non sono in grado di resistere a lunghi
periodi di siccità e non potrebbero usufruire di un’adeguata copertura dei
canali di irrigazione, che in Kenya non sono del tutto efficaci;inoltre
comporterebbero dei rischi per la salute umana perché possono provocare
delle reazioni allergiche gravi e non prevedibili e ci sarebbe una perdita di
biodiversità delle specie vegetali.
Di fatto gli OGM sarebbero un prodotto inutile. Per questo motivo, nel 2013 il Ministro della Salute Beth Mugo ha vietatol’importazione di prodotti OGM, specificato che il divieto rimarrà in vigore finché non sarà dimostrato che i prodotti geneticamente modificati non sono un pericolo per la salute pubblica.
Di fatto gli OGM sarebbero un prodotto inutile. Per questo motivo, nel 2013 il Ministro della Salute Beth Mugo ha vietatol’importazione di prodotti OGM, specificato che il divieto rimarrà in vigore finché non sarà dimostrato che i prodotti geneticamente modificati non sono un pericolo per la salute pubblica.