Se
parliamo della Corsica ci vengono in mente i suoi paesaggi mozzafiato, dalla
Spiaggia di Nonza alla Scogliera di Bonifacio, passando per l’entroterra tra il
silenzio dei boschi sulle montagne e l’intero Parco naturale regionale della
Corsica, il suo patrimonio artistico e culturale, la cucina e tanti altri
elementi che caratterizzano questa fantastica terra. Ma è anche la terra dei
vini, una delle regioni vitivinicole più antiche, dove ancora oggi sono
coltivati oltre 40 vitigni presenti sul territorio, soprattutto a bacca nera. Oggi,
quindi, faremo un vero e proprio viaggio alla scoperta dei vini corsi, in un
percorso di stampo geografico e geologico, oltre che enogastronomico.
Le prime testimonianze
delle viti selvatiche presenti sull’isola risalgono a 6000 anni fa, ma è
nell’Età Antica che si comincia ad addomesticare e ad allevare la vite. Secondo
la leggenda furono i Greci a portare la cultura del vino più di 2500 anni fa,
su consiglio di Bacco, il dio del vino della mitologia greca. Le varie
dominazioni straniere hanno condizionato la fisionomia dell’isola, in
particolare quella romana: infatti ai Centurioni veniva dato l’incarico di
portare un bastone di legno di vite
noto come Vitis, detto Bacillum Viteum, simbolo della sua autorità; non solo, per ogni
castrum fondato venivano piantate le viti per poter produrre il vino e poter
così tenere a bada i legionari rendendo la vita da soldato meno dura. Ma è con
i pisani e con i genovesi che l’isola si arricchisce di esperienze e tendenze
vitivinicole, infatti si riscontrano tante e profonde analogie vitivinicole con
la penisola italiana piuttosto che con la costa francese. I vini corsi sono
stati celebrati e apprezzati in tutta Europa tra il 18° e il 19° secolo, prima
dell’arrivo di un parassita che ha devastato il panorama vitivinicolo europeo:
la fillossera, nota anche come la peste nera delle viti.
Esemplari di Fillossera sulla radice di una vite
Per chi non lo sapesse si tratta di un parassita originario
del continente americano, scoperta per la prima volta da C. H.
Fitch e fu avvistata per la prima volta in Europa da J. O. Westwood nel 1863
sulle foglie e sulle radici di una vite presente nelle serre di Hammersmith
presso Londra. Da allora si è diffusa in tutto il continente europeo, passando
prima in Francia, Italia, Spagna e Portogallo. Questo insetto (nome scientifico
Daktulosphaira vitifoliae) attacca le radici di conduzione provocando la
formazione di lesioni profonde, dette tuberosità, che compromettono la
funzionalità dell'apparato radicale e ne causano la morte, mentre le viti
americane hanno sviluppato una resistenza genetica, anatomica e fisiologica che
impedisce alle radicicole di attaccare le radici di conduzione. Questo evento
ha causato una profonda crisi nel settore vitivinicolo nei due secoli scorsi e
il progressivo abbandono dei vigneti. Finora l’unico modo per contrastare
questo dannoso parassita è l’innesto della vite europea su quella americana:
praticamente si prende la parte radicante americana, immune agli attacchi, e la
parte superiore della vite europea, unendole insieme.
Fortunatamente dagli anni ’60 c’è stata una ripresa della
produzione vitivinicola, grazie al rimpatrio di 17000 concittadini dalle ex
colonie francesi, i quali puntarono su una produzione basata sulla quantità,
anche se negli ultimi anni stiamo assistendo ad una produzione che punta anche
sulla qualità. Produzione annuale che però non soddisfa né turisti né Corsi.
Nel 2007, attraverso test del DNA, degli ampelografi scoperto che la Licronaxu
Bianco e l’altra versione a bacca nera, il Licronaxu nero, che crescono sulla
vicina isola di Sardegna, erano in realtà la vecchia varietà di Brustiano
bianco, viti còrse credute estinte. Questa scoperta ha permesso per la
reintroduzione del vitigno in Corsica, dove è spesso assemblato con il
Vermentino, il Biancu Gentile e lo Scimiscià.
Vigneti
sul litorale corso
Il clima della
Corsica è generalmente di tipo mediterraneo, con estati calde e secche e
inverni miti e piovosi lungo la fascia costiera, più freddi e nevosi sulle
montagne dell'interno, in funzione dell'altitudine. Sulle montagne e nelle
vallate sono presenti tanti microclimi, con dei venti freschi che mettono a
dura prova la resistenza delle viti, le quali non vengono piantate a oltre 400 metri
di altezza sull’isola. Il substrato pedologico corso è vario: sulla costa ovest
abbiamo terreni ricchi di granito, dando ai vini una spiccata mineralità e una
buona freschezza; a nord, dalle parti di Patrimonio, i terreni sono argillosi e
calcarei e conferiscono ai vini note vegetali e carnosità; la costa orientale
invece è costituita da sabbie marnose, sabbiose e alluvionali.
Come detto prima i
vitigni più usati sono quelli a bacca nera, circa l’80% su una superficie di
6000 ettari, il vitigno nero più diffuso è il Nielluccio, ossia il Sangiovese,
un vitigno originario della Toscana oltre ad essere uno dei vitigni italiani più diffusi al mondo (si stima che le
aree coltivate col Sangiovese coprano l'11% della superficie viticola nazionale
italiana), che dà origine a vini freschi, mediamente colorati, con una
buona nota tannica e con una gradazione minima del 12% i rossi e Rosè un minimo
di 11,5%. Si trova quasi esclusivamente in tutta la Corsica ed è
particolarmente adatto a terreni ricchi di calcare, è il vitigno principale
dietro i vini AOC coltivate intorno Patrimonio nel nord dell'isola. A sud la
sua “roccaforte” è Porto-Vecchio, dove di solito viene miscelato. Secondo la
normativa AOC a Patrimonio le uve devono essere raccolte per un rendimento che
non deve superare i 50 ettolitri / ettaro. Per i Vin de Corse, che comprendono
i vini di Porto-Vecchio, i requisiti di rendimento del raccolto sono più o meno
gli stessi, con la sola differenza per i vini rossi che raggiungono un livello
di alcol di almeno l’11,5%.
L’altro vitigno a
bacca nera più diffuso è lo Sciacarello (o Sciaccarello) una varietà di uve da
vino rosso italiano coltivato esclusivamente in Corsica, il suo nome deriva dal
termine dialettale “sciaccarellu”, ossia “croccante”. Coltivato soprattutto nel
sud-est dell’isola, dalle parti di Ajaccio e Sartene, dà origine a vini rosati
e ad un vino rosso che non ha un grande colore ma è morbido, di grande
bevibilità, avvolgente e molto profumato, che al naso si sentono note tostate,
di pepe e caffè. È anche associato con i vini da Calvi, e nella regione di
Sartène intorno Proprioano, l'uva viene mescolata normalmente e raramente viene
trasformato in un vino varietale (ossia privo di
denominazione o di origine). Probabilmente lo Sciacarello è una varietà
di un vitigno ligure-toscano, la Pollera nera. Gli altri vitigni a bacca nera
presenti sull’isola sono il Carignan, il Cinsaut, il Grenache, il Pinot Nero,
il Merlot e infine il Cabernet Sauvignon.
Dei Vitigni a bacca
bianca abbiamo il Vermentino (o meglio Vermentinu), soprannominato Malvoisie o
“Malvasia della Corsica”, da cui si ottengono vini di gran corpo, con un
elevato grado alcolico, secco e con sentori di mandorla e mela. Dall’ugni blanc
si hanno piccole quantità di vini neutri e delicati, mentre dal moscato si
ottengono vini aromatici, dolci e morbidi.
Produzione annuale dei vini còrsi al 2003,
fonte INSEE
In Corsica sono presenti nove AOC (Appellation
d'Origine Contrôlée), distribuite così:
·
Coteaux d'Ajaccio
·
Calvi
·
Cap Corse
·
Figari
·
Patrimonio
·
Porto Vecchio
·
Sartène
·
Vin de Corse
·
Muscat de Cap Corse
(Dati C.I.V.-Corse 1999)
Distribuzione
geografica dei vini
Partendo dalla parte
settentrionale dell’isola incontriamo l’AOC Vin de Corse Coteaux du Cap Corse,
un vino prodotto nell’omonima penisola Capo Corso (Capicorsu in còrso, Cap
Corse in francese), nel dipartimento della Haute Corse. Precedentemente
era distribuito in un’area più ampia, ora questo vigneto è ridotto alla sola
zona di Rogliano in aggiunta a pochi altri vigneti sparsi su pendii
estremamente ripidi, coltivati a terrazze. Secondo alcune fonti storiche
nel 1860 c’erano tra i 1500 e i 4000 ettari di vigneti, gran parte di
essi vigneti andata perduta nel 20°secolo. Oggi, ci sono pochi vigneti
presenti sulla costa e nuovi vigneti di fronte alle isole Finocchiarola.
I vigneti coprono i
comuni di Barrettali Brando, Cagnano, Canarie, Centuri Ersa Luri, Meria
Morsiglia, Nonza, Ogliastro, Olcani, Olmeta di Capocorso, Pietracorbara, Pino,
Rogliano, San Martino- di-Lota, Santa-Maria-di-Lota, Sisco, Tomino e Ville di
Pietrabugno. I vini bianchi sono ottenuti principalmente dal Vermentino
(Malvasia della Corsica) assemblato col Biancu Gentile, la Codivarta, il
Genovese e Ugni Blanc (Rossola), mentre per i vini rossi e rosati abbiamo il
Grenache, il Nielluccio e lo Sciaccarello assemblato con l’Aleatico, ma non
mancano il Barbarossa, il Carcajolo nero, il Carignan, il Cinsault, il
Mourvedre, il Syrah e il Vermentino, da quest’ultimo è possibile ottenere i
vini rosati unendo il mosto rosso e il mosto bianco.
La
produzione annuale non supera i 35 ettari e produce solo 965 hl
/anno, di questi 505 i vini bianchi, 315 i rosati e 145 i rossi. La natura dei
terreni scisti argillosi e le caratteristiche climatiche sia oceaniche che
montane, in aggiunta alla la forte irradiamento solare, rendono possibile lo
sviluppo di questi vini bianchi ottenuti dal Vermentino della famiglia
della Malvasia. Il colore va dal giallo verdolino brillante al giallo dorato, al
naso si presenta con una grande finezza e con note floreali fresche, dal gusto
secco, morbido ed elegante. I vini bianchi si abbinano bene a piatti a base di
pesce, in particolare a molluschi e crostacei, i rossi con carne di cacciagione
e in particolare al cervo, mentre i rosè con carni bianche grigliate. Da
segnalare la Fiera del Vino a Luri "Fiera di u Vinu" che si svolge ogni anno.
Una bottiglia di vino rosso AOC Coteaux-du-cap-corse
In questa regione è presente anche l’AOC
Muscat du Cap Corse, prodotto nelle 17 comunità presenti sull’estremità nord
dell’isola: Barbaggio, Barrettali, Cagnano, Centuri, Ersa, Farinole, Luri,
Meria, Morsiglia, Oletta, Patrimonio, Pietracorbara, Poggio d’Oletta, Rogliano,
Saint-Florent (sulla riva destra di Aliso), Sisco e Tomino. Si tratta di un Vin
Doeux Naturel (vino dolce naturale) dotato di buone doti di fragranza
freschezza gustativa, ottenuto dal Moscato Bianco, un vitigno originario della
Grecia oltre ad essere uno dei più diffusi al mondo, basti pensare che viene
coltivato anche in Argentina, in Australia e persino in Germania. Ottimo da
abbinare a dolci e formaggi erborinati. AOC
riconosciuta molto recentemente, il 19 novembre 1997, la produzione annuale è di circa 2815 hl.
Bottiglia di AOC Muscat du Cap Corse
Il Rappu si può dire la punta di diamante di queste zone, visto che si
tratta di una rara specialità prodotta in quantità piccolissime dall’Aleatico e
dal Grenache. Tradizionalmente veniva elaborato da ogni famiglia per celebrare
le grandi occasioni e a volte come ricostituente gradevole. Il Rappu si ottiene
da uve appassite e si fa fermentare in presenza dei raspi, direttamente sulla
vite o in cassette, processo poi interrotto con l’introduzione di Acquavite
quando il residuo zuccherino raggiunge i 100g/l. L’invecchiamento va dai tre ai
cinque anni e si ottiene un vino dal colore rosso granato tendente al mogano,
al naso si sentono profumi di frutta cotta e confettura, ciliegia sotto spirito
e speziature, in bocca si avverte una gradevole morbidezza e un finale poco
amarognolo.
Calice di Vin
Rappu
Nella zona di Bastia si produce l’AOC
Patrimonio, la prima dell’isola e una delle migliori, riconosciuta nel 13 marzo
del 1968. Il vitigno principale è il Nielluccio, considerato dai produttori
autoctono, viene coltivato su suoli calcarei e argillosi. I vitigni vengono
protetti dai venti a nord dalle montagne circostanti, mentre il vento asciuga
le bacche in caso di pioggia, mentre nei periodi di siccità estiva viene compensata
dall’umidità marittima, garantendo così delle annate sane; ma abbiamo anche il
vermentino per quanto riguarda i vini bianchi. L’aria fresca notturna, poi,
fino ai 1000 metri garantisce un ottimo clima equilibrato. I vigneti sono
diffusi in sette aree: Patrimonio stessa, Barbeggio, Saint-Florent, Farinole,
Oletta, Poggio d’Oletta e Santo Pietro di Tenda, per un’area complessiva di 409
ettari. Ogni anno si producono 16 685 ettolitri, di questi 8410 sono rossi,
5700 rosati e 2575 bianchi.
Al naso il vino presenta un profumo
declinato su note fruttate di marasca e leggere note vegetali, mentre in bocca
si ha un attacco gustativo che gioca sulle durezze e una buona propensione
all’invecchiamento. È previsto anche il Vermentino con sentori di erbe aromatiche,
di buona struttura e sapidità che evolve nel giro di due anni. Infine abbiamo
il rosé, assemblato con tre vitigni (Nielluccio, Grenache e Syrah) che al naso
richiama piccoli frutti rossi e la melagrana, mentre in bocca è fresco e
piacevole, ottimo da abbinare ai ravioli al Brocciu.
Vigne AOC
Patrimonio nei pressi di Saint-Florent
Nella
zona nord-occidentale di Balagne, nei pressi dell’omonima cittadina di Calvi,
viene prodotto l’AOC Calvi, creata nel 1976, un vino già apprezzato da Seneca. Si estende su una superficie di 276 ettari, per una
produzione annuale di circa 8500 ettolitri (4155
per i rossi, 970 i bianchi e 3375 i rosè), i vigneti utilizzati sono lo
Sciacarello, il Nielluccio e il Vermentino, in passato coltivati lungo terreni
scoscesi mentre oggi sono più diffusi lungo la piana alluvionale del torrente
Figarella, coprendo di fatto i territori dei comuni di Belgodère,
da Calenzana a Calvi e Ile Rousse Algajola,
Aregno Avapessa, Belgodère, Calenzana, Calvi Cateri Corbara, Costa, Feliceto,
Galéria L'Ile-Rousse Lama, Lavatoggio Lumio, Manso, Moncale, Montegrosso,
Monticello, Muro, Nessa, Novella, Occhiatana, Palasca, Pietralba, Pigna,
Sant'Antonino, Santa Reparata di Balagna, Speloncato, Urtaca, Ville-di-Paraso e
Zilia. Gli altri vitigni usati per i vini rossi e rosati sono il Grenache, il Cinsault,
il Mourvèdre, il Barbossa, il Syrah e il Carignan, mentre per il bianco
sono l'Ugni Blanc e Vermentino. Il tutto su un’area di 276 ettari.
I
vini rossi vengono serviti a temperatura di servizio che va dai 14 e i 16
gradi, quelli affinati per 3-4 anni sono
noti con la denominazione "Calvi rosso Sciacarella ",
mentre quelli affinati 6-7 anni vengono chiamati "Calvi rosso Nielluciu ", si abbinano bene con piatti a base di carne selvaggina; i vini rosati
vengono invece serviti a temperatura servizio tra 8 e 10 gradi e si abbinano
bene con carni bianche, carni grigliate e con i salumi (charcuterie) come
ad esempio Charcuteries allemandes
(salumi tedeschi), prosciutto crudo e salame; infine abbiamo i vini bianchi,
anch’essi serviti a temperatura ambiente tra 8 e 10 gradi, si adattano bene con
piatti a base di pesce come ad esempio frutti di mare, crostacei e coquillages.
Affinamento di AOC Calvi in Cantina
L’AOC Ajaccio,
riconosciuta ufficialmente il 3 Aprile del 1984, è quella più estesa
della costa occidentale, situata in un posizione elevata che contribuisce a
rinfrescare il clima. Il terreno è granitico, mantenendo di fatto le basse le
rese dei vigneti, ottenendo così dei vini discreti. Il vitigno principale è lo Sciacarello, ma si usano anche altri vitigni
per poter assemblare i vini: Vermentino (malvasia dalla Corsica), Biancu
Gentile, Codivarta, Genovese e Ugni Blanc (Rossola) per i vini bianchi; Barbarossa, Nielluccio,
Sciaccarello, Vermentino (malvasia dalla Corsica), Aleatico, Carcajolo Nero,
Carignan, Cinsault, Grenache e Minustello per quanto riguarda i rossi e i
rosati.
Area
di produzione è distribuita nei comuni di Afa, Ajaccio, Alata, Albitreccia,
Ambiegna, Appietto, Arbori, Arro, Bastelicaccia, Calcatoggio, cannella,
Carbuccia Cargèse, Casaglione, Casalabriva, Cauro, Coggia, Cognocoli-Monticchi,
Coti-Chiavari, Cuttoli-Corticchiato, Eccica-Suarella, Grosseto-Prugna, Ocana
Peri, Piana, Pietrosella, Pila-Canale, Saint-André-d'Orcino Sari d'Orcino, Sarrola-Carcopino,
Serra-di-Ferro, Tavaco, Valle-di- Mezzana, Vero, Vico e Villanova, per un
totale di 242 ettari.
La
produzione annuale è di circa 12490 ettolitri, di questi 5085 i vini rossi,
4850 i bianchi e 2555 i rosati. I vini rossi si presentano con un rosso rubino
mediamente intenso, al naso si sentono note erbacee di maquis e macchia mediterranea,
di buona struttura e tannini un pò vegetali, ottimi da abbinare con carni rosse
alla griglia, piccola selvaggine, pollame, arrosti e con il Brocciu; i vini
bianchi invece si presentano freschi e fragranti, da abbinare a frutti di mare
e pesce alla griglia; infine i rosati, che hanno note di ciliegio e garofano, si sposano bene con salumi e piatti a base di pesce.
Una
bottiglia AOC Ajaccio rossa
Il
nostro viaggio alla scoperta dei vini della Corsica giunge infine nelle regioni
meridionali dell’isola, dove si trovano le AOC Vin de Corse Figari, Porto
Vecchio e Sartène.
Nei pressi dello Stretto di Bonifacio crescono i
vigneti ritenuti i più antichi dell’isola, attestata almeno dal V° secolo
a.C., su una superficie di circa 130 ettari, caratterizzata da terreni
granitici. Il vento che si precipita attraverso il Golfo di Figari è
molto favorevole ai vitigni, in particolare a quelli rossi.
I vigneti sono diffusi nei comuni di Figari, Monacia-d'Aullène e
Pianottoli-Caldarello. Qui crescono bene il Grenache e lo Sciacarello che danno
origine a vini semplici e piuttosto rustici, ma troviamo anche il Nielluccio, il Barbarossa, carcajolo
nero, il Carignan, il Cinsault, il Mourvèdre
e il Syrah. I vitigni bianchi
sono il Vermentino assemblato
anche con il Biancu, il Gentile, la Codivarta, il Genovese e Ugni Blanc. La produzione annuale è di
4935 hl, di questi 2835 di vino rosso, 1495 di rosè e 605 di vino bianco. Al
naso i rosati si presentano con note di caprifoglio, rosa selvatica, bruyère e
pepe, i bianchi hanno profumi che richiamano a biancospino, mandorle e frutta
tropicale, per quanto riguarda i rossi invece ci sono richiami a Frutti rossi,
frutti neri e sottobosco.
Bottiglie di vino rosè AOC Figari
A Porto Vecchio si
ottengono vini rossi ben predisposti per l’invecchiamento e con note fruttte e
di sottobosco, mentre i vini bianchi sono freschi e fruttati, da degustare in
uno dei piccoli ristoranti presenti sulla vielle
ville, abbinati con Terrina alle castagne i rossi e méli-mélo de roches con pesce di scoglio rosolato in padella. I vigneti coprono i comuni di Bonifacio, Conca, Lecci,
Porto-Vecchio, San-Gavino-di-Carbini, Sari-Solenzara Sotta e Zonza, su dei terreni
molto favorevoli per la vite: calcare nella zona sud, granito con rocce
arenarie, calcari marnosi. I vini bianchi sono ricavati principalmente dal
Vermentino assemblato col Biancu Gentil, la Codivarta, il Genovese e Ugni
Blanc; mentre i vini rossi e rosati si ottengono principalmente dal Grenache,
il Nielluccio e lo Sciaccarello (50% come minimo), quest’ultimo assemblato dall’Aleatico,
non mancano il Barbarossa, il Carcajolo nero, il Carignan, il Cinsault, il
Mourvedre, il Syrah, il Morrastel (10% max) e infine il Vermentino usato per
ottenere dei vini rosati. La produzione annuale è di circa 3430 hl, di questi
1405 sono di vino rosso, 655 di vino bianco e 1370 di rosé.
Enoteca a Porto Vecchio, dove si può gustare un
Vermentino fresco e fruttato al momento dell’aperitivo
Nei pressi di Sarténe
i vini rossi hanno spiccate note fruttate che richiamano ai frutti di bosco e
dalla buona struttura, mentre i bianchi hanno note odorose sottili di
Biancospino, mandorle, frutta tropicale e sono fini. Riconosciuta ufficialmente il 2 aprile 1976, è
separata dalla AOC Ajaccio dal fiume Taravo (ad
eccezione di un piccolo trabocco a monte) e termina in prossimità del Leone di
Roccapina. Le viti sono piantate sulle pendici del dell'Ortolo o Rizzanese.
L’area di coltivazione
dei vitigni è distribuita nei comuni di Arbellara, Belvedere-Campomoro,
Bilia, Fozzano, Granace, Grossa, Giuncheto, Loreto-di-Tallano, Mela Olmeto,
Olmiccia, Propriano, Santa-Lucia-di-Tallano, Sartène, Sollacaro e Viggianello,
per un totale di 163 ettari. La produzione annuale è di 6505 hl, 3665 di vino
rosso, 905 i bianchi e 1935 i rosati.
I vini bianchi sono ricavati principalmente
dal Vermentino assemblato col Biancu Gentile, la Codivarta, il Genovese e Ugni
Blanc; mentre per i vini rossi e rosati abbiamo il Grenache, il Nielluccio, lo
Sciaccarello assemblato con l’Aleatico, il Barbarossa, il Carcajolo nero, il Carignan,
il Cinsault, il Mourvedre, il Syrah e il Vermentino.
I vini devono soddisfare le seguenti
condizioni:
·
Essi devono, da un lato, provenire da mosti
rispettivamente che hanno residui zuccherini non inferiori a 207 g per litro
per i vini rossi e 195 grammi per litro per i vini bianchi e rosati;
dall'altro, dopo la fermentazione, devono essere presenti gradazioni alcoliche
non inferiore a 11,5° per i rossi e 11° per bianchi e rosati.
·
La resa di base è fissato a 50 ettolitri per ettaro di
vigna.
·
La densità d'impianto per ettaro non deve essere
inferiore a 3000 piedi.
·
I vini devono
essere vinificati in conformità degli usi locali, è quindi vietato
l'uso di presse continue.
·
Questi vini non possono essere messe in commercio con la
denominazione AOC senza un certificato rilasciato dall'Istituto Nazionale delle
denominazioni d'origine.
Vitigni nei pressi di Sartène.
Infine, the last but not the least, ci ritroviamo la generica
AOC Vin de Corse che include tutte le zone viticole senza riferimenti precisi a
determinati territori, concentrate soprattutto nella costa orientale
dell’isola. I vini vengono consumati soprattutto d’estate e proposti ai turisti
in suggestivi ristoranti a strapiombo su mare, i bianchi vengono abbinati con
pesce alla griglia e frutti di mare crudi, i rosati sono più strutturati e si
sposano mene con Bouillabaisse e Bourride, uno stufato di pesce, mentre i
rossi speziati si accompagnano bene con lepre e agnello al forno.
Vitigni presso la Réserve du Président à Tallone